domenica 11 febbraio 2018

Start Trek Discovery: ritorno al passato ma occhio al futuro



In questo 2018 che si preannuncia piuttosto caldo a livello di serie televisive, arriva anche la gradita sorpresa di una nuova stagione di Star Trek: prende il nome di “Star Trek Discovery”, è ambientata dieci anni prima degli eventi della serie originale anni ’60 di di Star Trek, e segue le avventure della nave stellare USS Discovery nel suo viaggio attraverso lo spazio alla ricerca di nuovi mondi e nuove civiltà. Più o meno. 



Perché in realtà, a differenza di quanto accadeva ad esempio con la serie originaria o con Next Generation, i nuovi pianeti e le nuove razze sono davvero poche; molte vengono più che altro solamente nominate e la trama intera si muove in due direzioni soltanto: il conflitto con l’Impero Klingon e, a sorpresa nel finale, quello tra due dimensioni diverse con due domini diversi sulla galassia praticamente opposti, ma un solo capitano protagonista. 

Come per ogni serie, serve una costruzione iniziale che potrebbe persino risultare, per i meno avvezzi con il mondo di Star Trek, noiosa: in effetti i primi due episodi, nonostante siano necessari al fine di costruire il background generale e quello della protagonista, sono un po’ lenti. Successivamente però la serie non si può dire deluda: il ritmo diventa di quelli buoni, i 40 minuti abbondanti di ogni episodio scorrono via in maniera armonica e per nulla pesante fino al degno ultimo arco dell’Universo Specchio. 

E i pregi non si fermano certo qui. 

Se colpisce infatti la scenografia raffinata, anche i personaggi sono tutti piuttosto interessanti con particolare menzione per la vera e propria protagonista Micheal Burnham - interpretata da una convincente Sonequa Martin Green - e per il capitano della Discovery Gabriel Lorca – portato sullo schermo da Jason Isaacs- . Anche i comprimari hanno comunque una caratterizzazione più che buona mostrando, come da serie storiche, la loro risolutezza, decisione e tenacità al pari del loro lato più debole connotato da dubbi e debolezze. Gli antagonisti, d’altro canto, sono fermi e a tratti spietati, come del resto da loro ci si attenderebbe: chi per l’ambiente in cui è cresciuto e conseguente educazione ricevuta – vedesi i Klingon che, con una trovata molto interessante, parlano la loro lingua – chi per loro caratteristica personale - vedesi ad esempio Lorca e anche la Philippa dell’Universo specchio -. Se un difetto lo si vuole trovare a livello visivo, lascia giusto un po’ perplessi la fisionomia del Klingon stessi, forse più vicini agli orchetti del Signore degli Anelli che alle loro controparti della serie classica. 

Colpisce poi la qualità cinematografica della serie e l'attenzione per il dettaglio: sotto l’aspetto squisitamente tecnico la serie è davvero ben fatta, con sapiente utilizzo di qualche tocco di CG e una ricostruzione fedele ed ispirata degli interni delle navi. Anzi, probabilmente, visto che la serie dovrebbe essere ambientata 10 anni prima della serie degli anni ’60, la tecnologia illustrata sia a livello visivo che a livello tecnico potrebbe a tratti sembrare troppo avanzata; rimane poi da spiegare come mai la Federazione abbia avuto accesso al Motore a Spore – che consente spostamenti lungo una matrice di percorsi preesistenti in maniera quasi istantanea manco fosse un teletrasporto – e sia poi tornata successivamente alla curvatura. Poco da dire per il momento sugli ambienti dei nuovi pianeti scoperti, dato che solo in un episodio i protagonisti scendono in un nuovo pianeta non molto dissimile comunque dalla Terra e dominato da una natura vegetale quasi incontrastata per volontà degli stessi abitanti: del resto, questo va sempre ricordato, la serie non presenta un insieme di episodi potenzialmente a se stanti tenuti insieme da un background generico comune e focalizzati su esplorazione di varie specie, quando una trama unica ed organica che si sviluppa nei 15 episodi e si basa su una storia di guerra e non di esplorazione. 

Da questo punto di vista la trama non si può certo definire complessa: l’intera serie è composta in realtà di un paio di archi di cui il primo serve essenzialmente da preludio per la vicenda principale costituita come detto dal conflitto coi Klingon e dalla successiva scoperta dell’universo alternativo grazie alla nuova tecnologia di propulsione ritenuta funzionale alla vittoria finale.



Tutto buono, tutto bello? No. 

Se la forza della serie sta infatti nel modo in cui rende omaggio al franchise, dalle serie televisive ai film, portando al tempo stesso Star Trek verso il presente della televisione, tuttavia qualcosa viene avvertito mancare. Il motore trainante delle serie precedenti era infatti anche costituito dalle vicende personali e dalle delicate relazioni tra i vari protagonisti: l’aspetto in questo caso finisce per passare in secondo piano con la sola eccezione della protagonista Michael i cui rapporti con il padre adottivo vulcaniano Sarek – padre anche del famoso Spock della serie “Next Generation” - prima, con il capitano della propria nave Philippa e con il Capitano Lorca alla fine vengono ben analizzati lasciandosi pure spazio per un piccolo intreccio sentimentale destinato a non concretizzarsi per problemi…fisico/mentali del possibile compagno maschile; posto viene anche trovato all'amore tra appartenenti allo stesso sesso. Si tratta però solo della prima stagione ed è quindi lecito concedere il beneficio del dubbio. 

In definitiva va sempre tenuto a mente che quando si riprende un brand storico la cui ultima apparizione data più di un decennio prima - 2005, ultima stagione di “Star Trek Enterprise” – e con una nutrita schiera di appassionati che attraversa almeno tre generazioni, si assumono giocoforza dei rischi perché il paragone viene spontaneo; l’abilità sta nel riuscire a proiettare nella modernità quanto richiesto senza dimenticare i particolari cari ai fans. E qui devi ammettere che Discovery parte con il piede giusto per trasformare Trek in TV per una nuova era ma rimanendo comunque fedele alla tradizione: il fanatico di Star Trek non faticherà a ritrovarvi lo spirito che permea le stagioni storiche. 


Non sorprende dunque che, anche a fronte del riscontro positivo ottenuto in termini di aumento degli abbonati al servizio di streaming, già il 23 ottobre 2017 CBS abbia ufficialmente annunciato il rinnovo della serie per una seconda stagione. Sempre con direzione spazio, che rimane l’ultima frontiera.



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