sabato 3 novembre 2018

Repeaters: loop temporale o...forse no?



Repeaters è un film canadese del 2010 diretto da Carl Bessai che può vantare un più che discreto cast di attori tra cui Dustin Milligan - 90210, spin off della serie anni '90 "Beverly Hills 90210"- a Amanda Crew - Final Destination 3 -. 

La trama prevede tre ragazzi in riabilitazione per problemi con droga - Kyle, Sonia e Mike - che continuano a rivivere lo stesso Mercoledì in quello che potrebbe essere il più classico dei film sui loop temporali o...forse no. 



Se la premessa è buona sia pur non originale, lo svolgimento decisamente si allontana sempre più progressivamente dal tema sci-fi, soltanto accennato, per avvicinarsi invece al drama, non disdegnando qualche inquadratura su maestosi paesaggi naturali che strizzano l'occhiolino a Twin Peaks e sembrano voler intendere una spiegazione di tipo metafisico e visionario che tuttavia non si ha. 

La parte sci-fi vera e propria viene infatti limitata solamente alla causa del supposto loop - un fulmine che colpisce il centro di riabilitazione e i tre ragazzi, in maniere diverse, rimangono fulminati -; il resto della pellicola è essenzialmente la risposta alla domanda "Cosa faresti se potessi rivivere continuamente lo stesso giorno?" con il tentativo di mostrare diversi approcci e qualche riflessione che vorrebbe essere profonda. 

Due dei ragazzi, Sonia e Kyle, dopo i bagordi dei primi loop, utilizzano questa possibilità per fare essenzialmente la cosa giusta, ossia riappacificarsi con le proprie famiglie; il terzo, Mike, non vi riesce. Che si sia un loop si comprende fin da subito e molto bella, per esempio, è la scena in cui Sonia conta le tacche che lei appone al tavolo da pranzo e che indicano i giorni di sua permanenza nel Centro di Riabilitazione e realizza che sono sempre lo stesso numero, 92; che proprio i rapporti difficili ed insoluti con i propri familiari fossero la ragione del loop si capisce altrettanto presto, già all'inizio in effetti, quando Kyle continua a vedere immagini della propria sorellina quando lo svegliano dicendo che sono le 7.30. Bello per vedere le storie pregresse dei tre protagonisti e pure le loro relazioni reciproche; ottimo per analizzarne i comportamenti e le diverse maniere di "sfruttare" questo loop; buono per osservare le diverse ripetizioni e le diverse azioni e fantastico, devi ammettere, il colpo di scena della neve che cade all'improvviso e fa capire ai protagonisti che il giorno appena vissuto non è il solito mercoledì che riinizierà cancellando totalmente quanto di buono o cattivo si sia fatto bensi il giovedì senza loop. 

Ma la parte intrigante del film è il finale in cui Mike - e non Kyle che avevamo visto in tutti i precedenti loop - viene svegliato da una voce che gli dice che sono le 7.30 ed è "un altro giorno in paradiso". Qui le domande sono: perchè Mike, dove e poi soprattutto quando. 

Perchè Mike? La risposta più semplice è che lui è l'unico dei tre ragazzi a non essersi riappacificato con la propria famiglia, pertanto l'unico a rimanere nel loop che invece Sonia e Kyle hanno superato. Nulla da aggiungere. 

Col dove però la situazione si complica. Poco prima di vedere Mike svegliarsi di soprassalto viene mandata un'immagine del tutto uguale ad una di quelle in apertura del film che dovrebbe rappresentare il Centro di Riabilitazione. Ecco dunque la scelta più facile. Tuttavia, molti notano come la voce che lo sveglia, in questo caso, non sia quella di Bob - l'assistente sociale che li seguiva -: collegato questo al fatto che nel suo ultimo mercoledì Mike fa delle cosine non proprio raccomandabili - come uccidere due poliziotti - , non è impossibile pensare che quella sia invece una prigione. Anche la frase "un altro giorno in paradiso" sembra aver un connotato fortemente ironico e potrebbe avvalorare questa ricostruzione - e pure un'altra di cui parlerai poi -. 

E se col dove ci sono delle questioni aperte, col quando si aprono almeno un paio di possibilità. L'interpretazione più semplice è che si tratti del giovedì: Mike, unico tra i tre a non essersi riappaccificato con il proprio padre, sarà condannato a rivivere in loop quell'ultimo giorno. Sebbene il film non lo mostri e si concluda in maniera piuttosto repentina, è ipotizzabile che non troverà nè Kyle nè Sonia, in quanto i due hanno invece messo a posto le cose con le proprie famiglie e questo ha permesso loro di sfuggire al loop del mercoledì; oppure che troverà due versioni di loro comunque non soggette al loop e che non potranno capire la sua situazione. Da solo e condannato alla ripetizione senza fine: un vero inferno nonostante lo stesso Mike l'avesse prima considerato un "dono". 

Non è però possibile nemmeno scartare l'ipotesi che il giorno sia di nuovo il Mercoledì. Sono Sonia e Kyle, infatti, ad aver rotto il loop e ad aver causato che l'ultimo giorno vissuto dai tre fosse, a loro insaputa prima di vedere la neve scendere, il giovedì: Mike no, ha scelto la via "codarda" del suicidio e potrebbe essere riportato al Mercoledì'. Di certo egli realizza atterrito la situazione anche se dal suo sguardo non è possibile desumere alcuna risposta nè circa il giorno nè circa la locazione. 

E...allora arriva l'intepretazione forse più fantasiosa, quella che non prevede loop. I tre ragazzi sarebbero semplicemente morti all'inizio del film con la scossa elettrica e si troverebbero poi, inconsapevolmente, in Purgatorio, costretti a ripetere indefinitamente lo stesso giorno finchè non compiano le scelte giuste che permetteranno loro di arrivare al Paradiso. Un'odissea di continue penitenze insomma in cui il peccatore deve però prima di tutto capire quale è l'errore - e viene aiutato comunque da quei "sogni" poco prima di svegliarsi - , aggiustarlo e quindi ricevere il premio di poter andare avanti. Lo fanno in due: Mike ne resta fuori ed ecco che quella frase "Un altro giorno in Paradiso" diventerebbe sì ironica ma con più verità di quanta si potesse presumere. 

Rimangono giusto un paio di notazioni relative ad alcune scene suscettibili di aver un certo impatto che poi però in realtà non hanno avuto. 

Ad esempio, Kyle e Sonia impediscono ad una ragazza di suicidarsi tuffandosi nella diga e quel tema non viene però più ripreso nei loop successivi. Potrebbe semplicemente essere il movente per una riflessione sul loro operato e sulla maniera in cui sfuggire al loop ma certo è che la scena appare piuttosto "incastrata a forza" non avendo poi alcun seguito. 

Alla stessa maniera sibilinne appaiono le parole di Mike che spiega a Kyle come Sonia avesse utilizzato altre volte la frase "Non ho permesso ad un uomo di toccarmi da tanto tempo" per "lurare" gli uomini a sè: se si fosse Kyle, innamorato della ragazza, almeno un confronto sul punto con la stessa si sarebbe dovuto avere ed invece non avviene. Un po' buttata lì, nuovamente, solo per far arrabbiare Kyle ma senza seguito alcuno. 

Al di là della trama e della sceneggiatura, non da capolavoro ma comunque godibile, piace parecchio la regia specialmente quando vengono scelti determinati effetti quali l'accelerazione del cielo nuvoloso e cupo mostrato nelle scene iniziali - e, come detto, i maestosi panorami saranno poi utilizzati di frequenti come "pause" al verificarsi degli eventi dando un che di Twinpeaksiano alla pellicola sebbene poi il tema soprannaturale non sia mai sviluppato - oppure il fade away sulla posizione delle persone che vuole indicare un po' una sorta di incertezza che pervade l'intero film e allo stesso tempo probabilmente dare l'effetto della "scossa elettrica" che i protagonisti beccano all'inizio. 

Delude invece, per un film che viene anche classificato come horror, l'insieme delle scene che come tale dovrebbero identificarlo: vi sono sì momenti di follia ma tutto quello che è dato vedere sono alcuni colpi di pistola o alcune bastonate senza che di horror si possa parlare, al massimo di thriller. Non è un horror, per dirla in maniera semplice. 


Nel complesso un discreto film che si lascia vedere per l'ora e venti minuti circa della sua durata; confortato da una idea di base non originale ma avvincente ed eseguito dal punto di vista tecnico comunque in maniera adeguata. Per chi voglia loopare il mercoledì ecco dove dirigersi con aggiunta dei sub ita da scaricare qui.

2 commenti:

  1. Paradiso: il quinto braccio della prigione di Oswald, un braccio sperimentale per la rieducazione dei detenuti, dove si svolge la maggior parte di Oz.
    Credo si strizzi l'occhio a questa bellissima serie.
    È comunque "paradiso" è un termine spesso usato, proprio tra carcerati.

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  2. Si anche per me il risveglio finale è nel carcere e dalla sua espressione non è il primo..

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