domenica 30 settembre 2018

Picnic ad Hanging Rock: un po' investigativo e molto etereo



Picnic ad Hanging Rock è un film del 1975 di Peter Weir, tratto da omonimo romanzo della scrittrice australiana Joan Lindsey. Considerato come una autentico capolavoro al tempo e godibilissimo anche oggi, lascia nello spettatore quel misto di inquietudine e onirico che permette di porsi delle domande ben precise relativamente alla trama, complice anche il fatto che lo stesso romanzo rimase per lungo tempo - fino al 1987, anno di pubblicazione del diciottesimo capitolo prima omesso per volontà dell'editore, quando venne dato alle stampe "The secret of Hanging Rock" - senza finale. 

Porterai la soluzione dell'enigma e ti riserverai comunque qualche considerazione generale sulla produzione; per comprendere il post occorre aver visto il film almeno una volta.


La trama in soldoni... 

Le ragazze del collegio Appleyard, il giorno di san Valentino del 1900, si recano ad un picnic presso Hanging Rock, cumulo roccioso - peraltro realmente esistente, si trova a una cinquantina di km da Melbourne - sede di strane leggende che presenta rocce vecchie di oltre un milione di anni. Tre di loro spariscono e parte a questo punto la loro ricerca da parte sia della polizia locale che di un giovane nobiluomo inglese che sarà l'ultimo a mollare la presa. Una di essere viene effettivamente ritrovata dopo una settimana - senza cibo ed acqua, eh -; purtroppo però non ricorda l'accaduto. Il film si chiude così senza una risposta sul destino delle ragazze, mentre il College comincia ad essere inguaiato a causa dell'accaduto e del suicidio nel frattempo di un altra alunna, Sara: la direttrice viene ritrovata morta dopo caduta presso Hanging Rock, forse suicida, forse uccisa. 


... e l'ottima riproposizione di Weir 

E' un film del 1975 ed è bene tenere questo particolare in considerazione quando lo si vede. A parte questo, Weir fa un ottimo lavoro, tanto che la sua pellicola viene addirittura considerata da parte di molti esperti migliore dello stesso romanzo. 

Con un atteggiamento da "dico e non dico" e sfruttando alla perfezione l'indubbio fascino naturalistico - la location australiana che l'autore mostra attraverso panorami mozzafiato e inquadrature talvolta anche sulla fauna - e storico - il 1900 con i suoi usi e costumi e la sua struttura sociale - il regista crea infatti una trama eterea e onirica, sempre sospesa tra la cruda cronaca e il sogno ansiogeno e sinistro. 

Ottimo pure il lavoro sulla caratterizzazione dei personaggi con in particolare una perfetta rappresentazione dell'inquietudine adolescenziale delle studentesse e del perbenismo ipocrita della classe bianca dominante. 

Per concludere, le musiche esaltano i contesti: specialmente quegli assoli di flauto di Pan suonati dal musicista romeno George Zamfir sospendono nel limbo tra realtà e sogno e cullano dolcemente lo spettatore durante la visione.  

I misteri... 

Ve ne sono parecchi in effetti ma i due principali rimangono: 

- che fine hanno fatto Miranda - di bellezza tale da essere paragonata ad un'opera del Botticelli - e Marion? Perchè, a differenza di Irma, non sono state ritrovate? 

- la direttrice si è suicidata o è stata uccisa? Se la seconda, da chi? 

...e le risposte (almeno una)

Alla seconda domanda non hai risposta tutt'oggi. Ma alla prima sì, grazie alla pubblicazione postuma, per volontà della stessa autrice e dell'editore, del 18esimo capitolo nel 1987. 

Qui la spiegazione: 

La McGraw - è la docente di matematica, in contrasto con la direttrice peraltro - agisce come una sorta di guida spirituale nei confronti delle ragazze guidandole verso la rivelazione di un altro tipo di realtà. Le ragazze vedono una sorta di monolite che emana uno strano suono che alcune di loro riconoscono come una sorta di richiamo. Il momento chiave avviene quando Marion incita le altre ragazze a gettare i costrittivi corsetti - simbolo delle cinghie che la società pone - nel precipizio ma gli indumenti, invece di cadere, restano fermi in una sorta di vuoto spazio-temporale.
Successivamente la McGraw indica alle ragazze un'apertura tra le rocce, entro le quali entrano prima lei, poi Marion e Miranda, trasformandosi in piccole creature striscianti, forse delle lucertole - fessura apparentemente troppo piccola ma non è in termini di geometria lineare che bisogna ragionare ed ecco il motivo della trasformazione -. Solo Irma resta fuori, forse per aver esitato troppo - in realtà attendeva un cenno dalle due compagne già passate che non arriva - e la possibilità di passare dall'altra parte le viene negata da una frana che chiude l'apertura. La storia si conclude con Irma che si gettò sulle rocce e andava rompendo e battendo la faccia granulosa del macigno con le sue mani nude - motivo delle sue unghie spezzate e dei lividi sulle mani -. 

Insomma una soluzione che sa molto di Twin Peaks e di soprannaturale. Francamente impossibile da dedurre prima della pubblicazione del capitolo, sebbene ipotizzabile; del resto il Cap. 3 del romanzo era stato modificato inserendo alcuni passaggi proprio del Cap. 18 che lo rendevano "alquanto strano" e gli appassionati di tutto il mondo non avevano mancato di notarlo. Nel film questi momenti sono parimenti presenti e una delle domande che lo spettatore si pone lì per lì è proprio quella relativa al mancante corsetto di Irma, unica ragazza ritrovata, secondo quando detto da una inserviente; altra è sicuramente quella relativa al fatto che Irma non presenti fratture di sorta, non sia stata violentata ma abbia solo dei graffi nel volto e nelle mani con unghie spezzate, segno evidente che ha cercato di scavare per liberarsi della terra crollata. 

Ci si potrebbe anche chiedere come mai a questo punto Irma venga ritrovata e non si trasformi al pari delle altre ragazze. La risposta, stando a quanto detto dalla principale studiosa di questo romanzo, Yvonne Rosseau - che scrisse anche, prima della pubblicazione del 18esimo capitolo, il best seller "Murders at Hanging Rock" e venne in seguito anche chiamata a commentare nello stesso 18esimo capitolo - starebbe nel fatto che Marion, Miranda e la signorina McGraw erano persone spiritualmente elevate, diversamente dalla frivola e materialista Irma. L'ultimo particolare notevole è appunto che Irma venga ritrovata sostanzialmente in buone condizioni dopo 8 giorni senza acqua e cibo: il fatto che il tempo non ha proceduto come per il resto del mondo ad Hanging Rock e quegli 8 giorni sono per lei stati soltanto pochi momenti. 


Altre notizie 

La trama, nonostante pretese di fatti veri, è totalmente fittizia. Del resto, il giorno di San Valentino del 1900 non era un sabato come detto nella pellicola. 

Il romanzo ha ricevuto una più recente trasposizione in una serie della Amazon di 6 episodi. Non l'hai vista - e probabilmente non lo farai - ma la critica è concorde nel dire che molto del fascino del film di Weir sia andato perduto. I tempi sono cambiati e quanto veniva soltanto accennato lasciando allo spettatore il compito di fantasticare, viene stavolta svolto in maniera compiuta. Ad esempio l'ipotesi di amore più che platonico tra alcune delle ragazze, tema troppo scottante per il 1975 e figurarsi per il 1900, viene abbastanza chiaramente mostrato: le studentesse non hanno paura di spogliarsi e di toccarsi tra di loro. 


In definitiva un buon film della durata di circa 115 minuti, noto anche in Italia come "Il lungo pomeriggio della Morte". Per chi voglia avventurarsi presso Hanging Rock, prendere questa direzione

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