domenica 19 agosto 2018

E Venne il Giorno: e per fortuna durò anche poco



Convinto dal consiglio di un amico – che ovviamente ti deve voler male – ti sei sciroppato stavolta “E Venne il Giorno”“The Happening” in anglofono - , film del 2008 di M. Night Shyamalan – autore tra gli altri de “Il Sesto Senso” e “The Village”, quindi quasi una garanzia – per la durata complessiva di qualcosa come 85 minuti: quello che si e aperto ai tuoi occhi è un mischione di parecchie cose, raramente ben dosate e sicuramente gran poco attraenti. 

Ma vai per gradi, come quando stai facendo una degustazione di alcolici. Astemi astenersi. 


L’idea di base 

Non è male per nulla. New York, ore 20.33 di un giorno come un altro: gente che impazzisce e comincia a suicidarsi nelle maniere più disparate, chi gettandosi da un edificio in costruzione, chi infilandosi un puntello in testa, chi facendosi strappare gli arti da dei leoni, chi facendosi investire da trattori, chi sfracellandosi il capo contro i vetri di una finestra. Ben presto si imputa tutto questo ad una tossina che avrebbe la proprietà di bloccare gli auto-recettori del senso di auto-sopravvivenza; si ipotizza che essa sia emanata dalle piante e sia poi diffusa dal vento. Questa “piaga” sarebbe pure intelligente: colpisce solo dove vi è una maggiore concentrazione di umani per fare più vittime possibile e si diffonde poi a tutta la costa est dove viene pertanto creato un cordone di isolamento. 

Sebbene non sia mai chiarito del tutto, si tratterebbe dunque di una sorta di “monito” o di “avvertimento” che la natura, sentita minacciatasi per qualche ragione che non viene mai spiegata, avrebbe lanciato all'uomo. Tutta l'epidemia dura solo mezza giornata, finendo alle 8.47 della mattina successiva; tuttavia, tre mesi dopo, la stessa situazione si ripresenta in Francia. Le altre caratteristiche sono il fatto che la sua efficacia è limitata anche in intensità – solo dove vi sono forti concentrazioni di tossine – e che gli effetti comunque svaniscono presto da soli. 

L’idea alla base è buona e anche sufficientemente originale: a memoria ricordi giusto “Gli Uccelli” di Hitchcock con lo stesso tema. Vediamo ora come è svolto. 


Un The Walking Dead di qualche ora 

Quello che si apre allo spettatore è una lunga fuga dei protagonisti per cercare riparo dalla contaminazione: fa molto ma moltissimo The Walking Dead salvo che qui, anziché uccidere, la gente si suicida nelle maniere più fantasiose possibili. Si corre per campi col proprio fido zainetto; si cerca riparo presso un’anziana signora con un segretino inquietante; si incontrano altri compagni di viaggio che ci tirano le cuoia; i cellulari perdono segnale e la radio comincia a mandare messaggi preregistrati chissà quando. 

Se la realizzazione è buona – in particolare il sonoro viene ben curato con incalzanti ritmi e aumenti improvvisi di volume che creano la giusta tensione - , sa di già visto e non è il peggio che questo film ha da offrire. 

La spiegazione dell’epidemia 

Non c’è. O meglio: ci sono due ipotesi: la natura che manda un avvertimento sentendosi minacciata e pertanto cambiando la sua chimica in maniera tossica per l’uomo oppure un intervento governativo sotto forma di strano esperimento tipo The Mist. Si tratterebbe comunque di un fenomeno simile alla Marea Rossa – ossia la mucillagine, detta in altra maniera – e, dal finale, si capisce pure che può avere diversi effetti visto che in quel caso addirittura blocca persone e tutto l'ambiente intorno. 


Conclusioni 

Buona l’idea, povero lo sviluppo. Se per caso vi attendevate il finale a sorpresa alla Shyamalan resterete pure delusi. Anche la storia sentimentale travagliata tra i due protagonisti, fatta anche di momenti e battute che strappano un sorriso ma non sai quanto volontariamente, non si eleva, traducendosi in uno scontato e già più volte visto lieto fine. 

Non c’è dramma, non c’è tensione, non c’è immedesimazione, non c’è coinvolgimento: solo un sacco di suicidi piuttosto fantasiosi. Per chi possa comunque essere interessato la tossina si trova qui.


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