domenica 6 dicembre 2015

La storia di Wikileaks: il Quinto Potere e We steal Secrets


Nell'ultimo decennio uno dei casi internettiani che scosse profondamente l'opinione pubblica e i governi di vari paesi fu la fondazione e l'operato di Wikileaks, sito costruito con una filosofia molto semplice: l'informazione - tutta - deve essere liberamente accessibile a tutti

Capita cosi che un hacker australiano con un passato piuttosto difficile - Julian Assange - decida di portare avanti una crociata contro il potere costituito, al fine di rendere noti fatti volutamente non comunicati dal governo americano. 

Riflessioni sui due film? Parecchie. 


Due film, due tipologie diverse

Innanzitutto si tratta di due tipologie completamente diverse sia pure lo scopo sia lo stesso, ovvero tracciare la storia di Wikileaks. Laddove "Il Quinto Potere" è una sorta di thriller, "We Steal Secrets" rappresenta invece una sorta di documentario: se il primo si focalizza prevalentemente sulla storia di Julian Assange e intorno allo stesso e alla sua visuale delle cose gira, il secondo raccoglie testimonianze di soggetti coinvolti nei fatti - tramite interviste - dandoci la possibilità di cogliere la prospettiva di più persone. 

Rimane comunque sempre lo stesso tenore di fondo e lo stesso identico insegnamento relativo alla persona di Assange: geniale visionario, partito forse con buoni propositi ma deragliato in una sorta di lotta personale contro l'intero mondo e pertanto in grado di ridiscutere gli stessi principi di partenza. Di fronte ad una dilemma chiave - pubblicare o non pubblicare; dare prevalenza alla sicurezza di persone che avrebbero potuto rischiare la vita a seguito delle sue rivelazioni o al cardine dell'informazione libera e non filtrata per tutti -, i due film ci dicono che l'australiano dei sobborghi di Melbourne deciderà di far valere il principio teorico sopra alle conseguenze pratiche, finendo per condannare la sua principale fonte. 

Se infatti uno dei principi della sua costruzione era garantire la sicurezza e l'anonimia delle fonti - dichiarando che lo stesso Wikileaks non le poteva conoscere - in maniera da preservarle da qualunque pericolo, alla fine a pagare per la fuga di notizie sarà una ragazzo americano - al pari genio dell'informatica - arruolato in Iraq col compito di occuparsi della struttura informatica della sua base e con severi problemi di identificazioni personale - al punto da non capire se sia maschio o femmina. 

Eroe di una nuova era o sovversivo creatore di problemi per l'umanità intera? Questa la domanda che allo spettatore viene posta. Poco conta risulti abbastanza retorica per la maniera in cui i due film presentano la situazione: la decisione finale spetta sempre a chi guarda. 


La storia in breve

Julian Assange è un giovane della periferia di Melbourne con una situazione familiare molto complicata - la madre si risposa con un appartenente ad un culto australiano che tra le altre cose costringe i giovani a tingersi i capelli di bianco, nota sempre distintiva del look del protagonista - che trova rifugio nella dimensione di Internet fondando un gruppo di giovani hacker - il suo nome in codice è Mendax, abbreviativo di due parole latine che andrebbero a significare "Mentitore abituale" - capaci di penetrare addirittura le difese informatiche del Pentagono. Alla fine il tradimento di uno dei compagni gli costerà la galera per un paio di anni. 

Sparisce poi per ricomparire assieme a Wikileaks. Le due persone chiave che lo aiuteranno saranno Berg - un hacker tedesco conosciuto via Internet e poi dal vero in una fiera - e quello che viene definito "l'Hacker n. 2 al mondo" dallo stesso Berg, un contadino inglese dalle indubbie capacità. Questa sarà la sua struttura: un computer portatile da 300 dollari, una dozzina di SIM card e un paio di collaboratori. All'esterno, presso le varie manifestazioni cui parteciperà, darà però a vedere qualcosa di completamente diverso al fine di trasmettere il messaggio di una organizzazione ben strutturata e complessa, capace di rivaleggiare con le istituzioni. 

Sarà visto come una sorta di eroe in Islanda, dove smaschererà le frodi della principale banca dell'isola, la Kaupthing. Ma il momento di gloria arriverà quando riceverà la soffiata da Bradley Manning, soldato semplice di stazza in Iraq capace di aver accesso ai documenti più riservati del governo americano. Tramite il suo confidente - Adrian Lamo, altro hacker di grido e probabilmente con qualche problema mentale anche dovuto alle cure a base di psicofarmaci cui veniva sottoposto - metterà cosi le mani su qualcosa come 90.000 documenti segreti e piuttosto compromettenti per il governo americano, riguardanti la guerra in Afganistan e in Iraq


Scatterà al quel punto la corsa alla notizia: al fine di garantirsi un minimo di immunità, Assange accondiscenderà a far pubblicare il contenuto - opportunamente rivisto - al New York Times, al Guardian e al Bilder, tre testate giornalistiche americana, inglese e tedesca. Arrivati però a quattro giorni dalla pubblicazione annunciata, ancora i documenti devono essere rivisti e gli sforzi di due stagisti volontari non arriveranno a gran fine. Scatterà allora la vera questione filosofica di fondo di Wikileaks: verità senza censure ad ogni costo - questo per Assange - o protezione delle proprie fonti prima di essa - come voleva il numero 2 , Berg -? L'Hacker australiano andrà per la sua strada, finendo per licenziare il collega. Questo gesto finirà per creare una serie di conseguenze: dovrà cercare rifugio in Ecuador - dove tuttora si trova, per la precisione all'ambasciata ecuadoregna in Inghilterra - mentre il potere mondiale cercherà in ogni maniera di screditarlo facendolo passare agli occhi dell'opinione pubblica mondiale come un soggetto pericoloso ed egocentrico, pronto a sacrificare vite umane per soddisfare la sua bramosia di notorietà e insistendo su una situazione poco chiara in Svezia - dove avrebbe violentato due donne - al fine di distruggerne l'immagine. 

La parabola ascendente di Wikileaks finirà per scemare negli ultimi anni anche se il sito è ancora on line nonostante più volte sia stato cercato il suo oscuramento da più parti. 

Il prezzo più elevato in definitiva lo pagherà però il giovane di stazza in Iraq che di Wikileaks è stata la fonte, ovvero Bradley Manning: tenuto per oltre un anno in isolamento a Quantico pur senza aver avuto alcun formale processo e poi condannato infine a 35 anni di carcere per essersi appropriato di documentazione riservata. Davvero un brutto caso per un povero ragazzo con un problema di personalità che lo ha indotto nel 2014 a poter iniziare le terapie e le chirurgie per divenire donna. 

Il tutto mentre Assange finirà per acquisire notorietà e addirittura condurre una sorta di reality show per una televisione russa. 


Conclusioni

Entrambe le pellicole sono abbastanza apertamente contro il creatore di Wikileaks dipinto nel primo caso come un genio con parecchie ombre che ha alfine creato più danni che benefici e nel secondo come carismatico mentitore capace di attrarre dalla sua parte le menti suggestionabili ad una idea di libertà senza censure. La battaglia è stata infatti condotta sempre su un unico versante: quale bugia - quella del governo Americano o quella di Assange - è risultata più esecrabile? Agli spettatori la risposta. 

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