E' passato un bel di tempo da quando avevi parlato dei primi tre Saw; per coloro che si fossero persi la letterina misteriosa ecco il link. Si pregano i gentili di lettori di non lamentarsi per il rosso sgargiante utilizzato: a quel tempo il blog contava ancora sulla vecchia grafica. Se qualcuno vuole avanzare qualche lamentela, si prepari a risvegliarsi in una stanza piena di sporcizia, coperto di sangue - che e meglio speri non sia il suo - e con qualche dolce marchingegno connesso alle proprie parti più sensibili: giusto 90 minuti di tempo per ritirare le proprie parole e faccia la sua scelta.
Che è poi quello che caratterizza Saw: il costante bilico tra scelte che, in fin dei conti - e del tempo a disposizione - non sono nè giuste nè sbagliate perchè il giusto e lo sbagliato dipendono dalla prospettiva da cui si guardano le cose. Ci metti pure una dose di sano mistero, un folle che non declama la sua identità ma anzi fa di tutto per sviarla riuscendoci almeno fino a un quarto d'ora dal termine del film, claustrofobia e pure sangue come se non ci fosse un domani - che difatti di solito stenta ad esserci e la ricetta è servita.
E urta lo stomaco più di un piatto indiano con abbondante dose di peperoncino o di un involtino primavera con strano ripieno direttamente dalla Cina.
Avete qualche Alca Seltzer a portata di mano? Si va.