domenica 27 agosto 2017

Arrival: più chiavi di lettura per un buon film




Arrival è un film di fantascienza del 2016 di Denis Villeneuve presentato presso la Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia. 

Se in sè la storia non pare essere particolarmente originale andando a basarsi in sostanza sull'arrivo di creature aliene sulla Terra, sorprende invece la possibilità di osservarlo sotto molteplici prospettive al fine di apprezzarne l'estrema completezza. 

Si possono cosi distinguere un approccio fantascientifico, un approccio sociologico, uno linguistico ed uno personale. 


L'approccio fantascientifico: una nuova razza aliena

Davvero interessante è il percorso che i protagonisti del film ed in particolare la Dottoressa Louise Becks ed il fisico teorico Ian Donnelly compiono nello scoprire la nuova forma di vita partendo dal nulla più assoluto per arrivare ad una comprensione della loro lingua. 

Arrivano infatti ben 12 Gusci alti oltre 30 metri fatti di materiale sconosciuto che si collocano in talune zone della Terra senza apparente logica anche se si suppone probabilmente la scelta ricada sui luoghi che meno presentano la frequenza di fulmini. Tali gusci, simili nella forma ad un uovo, non emettono alcuna radiazione; se vi sono comunicazioni tra di loro non sono tracciabili; al loro interno la gravità è invertita; presentano un portellone inferiore che si apre solo una volta ogni 18 ore. Che non si tratti di creature ostili lo spettatore lo può capire fin da subito dato che non soltanto viene aggiustato il livello di ossigeno per consentire agli umani di entrare - e difatti la stessa Louise ad un certo punto si toglierà la propria tuta, scoprendo di poter respirare tranquillamente - ma in più in quello Americano ai militari penetrati è stata data la possibilità di costruire una struttura - una sorta di paratia - per evitare brutte sorprese. 

La forma di vita che viene progressivamente scoperta viene chiamato eptapodo - cioè sette piedi -. Si tratta di giganti con tentacoli al posto delle gambe che si dipartono poi in altri 5 tentacoli - vagamente paragonabili alle nostre dita - da cui sputano inchiostro utilizzato come loro metodo di comunicazione. Emettono dei suoni sordi che i protagonisti non saranno mai in grado di comprendere dalle loro bocche a forma di stella a 5 punte. 

Molto argutamente l'autore li "scopre" progressivamente: solo verso la fine del film si potranno vedere in tutta la loro grandezza laddove prima si scorgono solo le "dita"; alla stessa maniera solo in chiusura, dopo mille peripezie e tentativi di comprensione, si capiranno i loro scopi: donare alla razza umana una capacità ora per ottenere un aiuto tra 3000 anni. Sono due per guscio, non parlano mai assieme e ciascuno di loro è solo una parte del tutto composto di 12 gusci. 

E con loro si dovrà tentare la via della comunicazione. 


L'approccio scientifico ed il tempo non lineare

Il film è un sunto di quella che, molto probabilmente, sarebbe la procedura per la comunicazione con forme di vita aliene, vista sotto la prospettiva dei militari americani. 

Cosi si parte dall'inviare delle sequenze binarie e si scopre subito che gli eptapodi non seguono la nostra stessa algebra ma capiscono i comportamenti complessi. Un approccio per valutare innanzitutto la loro intelligenza che dovrebbe comunque già essere ben compresa dato che sono riusciti a venire a farci visita. 

Si passa poi alla comunicazione scritta che inizia con gli alieni che spruzzano inchiostro sulla paratia divisoria mostrando dei simboli tutti vagamente circolari la cui unica differenza sta nella presenza di riccioli e creste leggermente diversi che peraltro non durano a lungo. Pian piano i militari americani riescono anche a far capire il concetto stesso di nome e, grazie ad un cartello ed a sapienti gesti, riescono a farsi scrivere i loro nomi: unico problema è che l'eptapodiano ancora non è stato decifrato e quindi si ripiega sui comodi Tom e Jerry. La loro è una scrittura logo-grammatica: non riproduce suoni come la nostra ma veicola significati , non ha una direzione, in due secondi può formulare una frase intera. 

E proprio questa peculiare forma di scrittura sottintende la concezione stessa non lineare del tempo degli Eptapodi: sono in grado di vivere in contemporanea frammenti - che si influenzeranno reciprocamente - di quelli che noi chiamiamo presente, passato e futuro e che per loro non esistono come concetti. Una volta capita la lingua, la stessa Louise riceve questa capacità, il "dono" degli alieni: riesce cosi a vedere sia la sua vita personale sia la situazione futura del mondo intero e compie quelle azioni che permetteranno di arrivare ad una felice soluzione internazionale. Come ogni eroe, però, la sua sfera personale non sarà altrettanto felice. 

Bellissimi, sempre dal lato scientifico, sono sia il riferimento alla Teoria Linguistica per cui la propria maniera di esprimersi determinerebbe quella di pensare e l'intuizione di Ian che capisce la connessione dei 12 gusci esaminando gli spazi vuoti tra i riccioli del messaggio degli eptapodi per concludere che sono 1/12 dello spazio totale occupato.

L'approccio sociologico: diverse reazioni per diverse culture 

Potrebbe sfuggire in quanto costantemente substrato mai sotto i riflettori della pellicola ma l'autore infila un'apprezzabile analisi dei comportamenti umani di fronte ad un evento epocale come quello dell'arrivo degli alieni. Lo fa con una forma geniale: prima per mezzo di telegiornali sparsi nella prima parte che raccontano la reazione puramente americana; poi con la fitta tela di rapporti tra i vari paesi che si ritrovano ad ospitare uno dei gusci. 

La prima reazione è chiaramente quella di smarrimento che ben presto degenera in panico: se si comincia con il tentativo di accaparrarsi tutti i beni di prima necessità possibili, si finisce ben presto con saccheggi, penuria di generi alimentari e fanatismo di culti che si danno fuoco. 

Il panico viene poi esteso decisamente a livello globale: ben presto alcuni stati decidono di sottrarsi dalla rete internazionale volta allo scambio di informazioni - Cina e Russia in testa - mentre il Dow Jones cade di 2 punti in un giorno solo. La Cina in particolare sbaglia completamente l'approccio conoscitivo, modellando le comunicazioni con gli eptapodi sulla scia del Majong e ricevendone risposte che sembrano alquanto minacciose: finiscono per sbagliare nettamente traduzione e leggere il "dono" come un' "arma" e di conseguenza lanciare da soli un ultimatum ai gusci di 24 ore. 

Solo il provvidenziale intervento di Louise, grazie al dono ricevuto, consentirà la chiamata al numero di cellulare personale del Generale Cinese Zhang e la risoluzione della situazione. 


L'approccio personale: un finale non lieto per la protagonista

Chi vuole e sia abbastanza attento potrà scorgere nel film la vicenda di Louise; la ricezione del dono, se da un lato le consente di assurgere al ruolo di eroe mondiale, dall'altro le spalanca la visione del suo non felicissimo futuro. Fatto di un matrimonio con Ian, si; ma anche di un male incurabile che affliggerà la bambina nata dal loro rapporto e la condurrà alla morte. 

Si può solo immaginare quale sia lo shock di conoscere tutto questo fin dall'inizio; si può solo capire ed immedesimarsi nella povera Louise e nella estrema e dolorosa scelta da compiere allorchè Ian le propone di fare un bambino. Loiuse sa che rivelerà al marito quanto può vedere; sa pure che il marito la lascerà dandole la colpa di non avergli rivelato da subito l'amaro destino cui andranno incontro. Nonostante questo, deciderà di proseguire con la scelta dando la vita alla sua Hannah - nome palindromo - : eroina sia per l'umanità che nel personale. Un personaggio che davvero non si può non amare. 

I frequenti flashback o flashforward saranno lo strumento con cui questa storia verrà narrata fino ad arrivare ad un finale straziante e commovente in cui una sapiente regia e un sonoro azzeccatissimo non possono non fare scendere una lacrima. 

Conclusioni

Un bel film per tutti i motivi già citati. Ai cultori del lato fantascientifico solamente rimarranno alcune questioni come ad esempio da dove provenissero gli eptapodi. Adori concludere con un frase che davvero è il sunto di questa opera: 

"Ci sono giorni che determinano la tua storia al di là della tua vita".

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