sabato 18 novembre 2017

Timecrimes: paradossi temporali o forse no



Timecrimes (Los Cronocrímenes) è un film del 2007 scritto e diretto da Nacho Vigalondo – che interpreta anche uno dei protagonisti - incentrato sui viaggi nel tempo e sui paradossi temporali. 

In sunto si seguirà l’avventura – non proprio tutta rose e fiori – di Hector, normalissimo uomo di mezz’età sposato che si è appena trasferito in una nuova abitazione il 16/09/2006 con l’hobby di guardare con il binocolo in una direzione che gli porterà parecchi grattacapi. Partiranno infatti una serie di situazioni piuttosto inviluppate con frequenti colpi di scena, cambi di prospettiva e rivelazioni continue la cui unica finalità è quella di confondere lo spettatore e generargli un notevole mal di testa che nemmeno un moment con la coca cola potrebbe guarire. 

Quello che tenti di fare – senza pretesa di riuscirci – è spiegare la vicenda relativa ai paradossi temporali – sempre che ci siano – nella maniera più semplice possibile; ovviamente il post è dedicato a chi il film lo abbia già visto e magari pure più volte. 


Pronti al mal di testa? Si va. 


Paradosso si, paradosso no

Dell’intricata vicenda intessuta dal film si possono aver due diverse spiegazioni a seconda della diversa definizione del campo di studio. Se ci si limita a quanto viene in esso presentato, la soluzione diventa parziale ma piuttosto agevole; se però si va oltre e si cerca di arrivare alle origini di tutti gli accadimenti la soluzione diventa possibile ma di difficile comprensione. 

Prima di andare into deep, si può comodamente partire dallo schema che lo stesso scienziato utilizza per spiegare la situazione ad uno spaesato Victor che per la prima volta, secondo la cronologia vista nel film, torna indietro di un 1 ora nella piacevole giornata invernale americana. 



E qui alcune considerazioni sulla struttura puramente grafica la vuoi fare, senza pretesa ovviamente di aver alcuna ragione chè in fin dei conti il tuo è solo un tentativo di ricostruzione. 

Si vede infatti come la linea sia continua si, ma si sviluppi su diversi “livelli”; detto in altri termini, il viaggio nel tempo non viene rappresentato come una semplice linea curvilinea che parta da un punto di una linea retta - che rappresenta il tempo - e finisca in un altro più a sinistra. Sembra abbastanza chiaro che l’ipotesi prospettata è quella che Hector si muova su differenti timelines anziché tornare semplicemente indietro nella stessa. Nonostante questo per onestà intellettuale, anche se non ne parlerai, sarebbe pure possibile con estrema difficoltà configurare l’ipotesi dell’unica linea temporale.  

Le varie Timeline

Prima di procedere metti subito quello che è lo schema complessivo degli accadimenti secondo quella stessa struttura grafica utilizzata dallo scienziato e quale la si può desumere dalla cronologia cosiccome mostrata nel film.



Ed ora spazio ai commenti. 

Innanzitutto, la cronologia cosi come riportata nel film viene mostrata indicando in grassetto ed in azzurro i salti tra le varie timeline e le parti delle varie timeline in cui si svolgono di volta in volta le vicende. In maniera alquanto arguta, il buon Vigalondo narra i 2 viaggi di un solo Hector – quello che hai chiamato Hector 1 – che entra due volte nella Macchina del Tempo in momenti differenti e arriva in momenti altrettanto differenti sfasati di 30-40 secondi. Con il primo viaggio finisce nella Timeline 2 e diviene Hector 2, con il secondo finisce nella timeline 3 e diviene Hector 3. Detto in altri termini: il film riporta i fatti come visti dagli occhi di 3 Hector che sono in realtà sempre lo stesso che agisce sulla base di una sempre maggiore conoscenza dei fatti e del loro sviluppo; tuttavia i tre hanno delle motivazioni diverse per il loro comportamento. 

- Hector 1 agisce sulla base della semplice curiosità iniziale e il suo fine è scappare dal presunto aggressore con la testa ricoperta di bende - che si scopre solo poi essere Hector 2 -; per questo motivo finisce nella Macchina del Tempo.

- Hector 2 – l’Hector 1 del primo viaggio - vuole rimanere l’unico in quella linea temporale – Timeline 2 - e far si che l’Hector originario di quella linea viaggi con la Macchina Del Tempo, abbandonando la Timeline 2 e quindi lasciandolo libero di godere la sua vita familiare al suo posto. 

- Hector 3 – sempre Hector 1 che viaggia per la seconda volta dalla Timeline 2 stavolta alla Timeline 3 – agisce in quanto nella Timeline 2 il suo intervento ha portato ad un esito per lui doloroso, ossia la morte della moglie. 

Si aprono naturalmente a questo punto una serie di domande

All’arrivo nella Timeline 2 di Hector 1, lo scienziato spiega che gli sarà sufficiente attendere nascosto ed evitare qualsiasi azione che possa modificare gli eventi della stessa Timeline 2; in quella maniera Hector di quella Timeline finirebbe nella macchina del tempo e Hector 1 rimarrebbe l’unico. Il consiglio dello scienziato funzionerebbe? No, per più ragioni. Innanzitutto esiste già un terzo Hector in quella linea anche se la circostanza verrà scoperta solo molto dopo nel film. In secondo luogo, il motivo per cui Hector di questa timeline finisce nella Macchina del Tempo è il credere di essere inseguito da un maniaco con la testa bendata: questo maniaco è proprio Hector 1 che pertanto non può rimanere inerme. Difatti, una volta preso coscienza di essere il presunto assalitore, agisce per far sì che le cose vadano così come le ricorda dalla precedente Timeline 1 in cui compariva però come assalito e non come assalitore. 

Quello che viene mostrato dal film è la presenza di 3 timelines corrispondenti a due viaggi dello stesso Hector protagonista. E devono essere tali e separate in quando alcuni fatti divergono in esse – l’esempio più semplice è la donna che muore che nella Timeline 2, pur se sapientemente l’autore evita di mostrarlo apertamente, è la moglie di Hector, mentre nella Timeline 3 è la ragazza che aveva soccorso Hector 1. 

Il problema ulteriore diventa poi quello di garantire la presenza di ben 3 Hector in tutte e 3  le timelines nel momento in cui si svolgono gli eventi. Per anticipare subito le conclusioni del discorso, si configurano una serie pressochè infinita di timelines a ritroso ed in avanti al fine di poter garantire la coerenza in ogni singola timeline; servono, in altri termini, per evitare contraddizioni e paradossi nella singola timeline. E tutte ricadono in una delle tre tipologie indicate. Lo schema diventerebbe quindi il seguente: 



La costruzione funziona alla luce dell’intero film ma rimane perlomeno una questione: individuare una prima timeline da cui tutto si origini oppure un punto di partenza. Nella finzione scenica il tutto si risolve con la sapiente collocazione delle varie scene nei punti giusti, aggirando cosi il problema o, per meglio dire, non affrontandolo proprio. 

Per la logica, invece, si necessita una timeline in cui l’Hector 1 del primo viaggio che si vede nel film finisca nella macchina del tempo senza che ci sia intrusione di altri Hector provenienti da altre timelines. Il film non fornisce ovviamente una risposta e le soluzioni ipotizzabili sono molteplici: si potrebbe ad esempio convenire che sia lo scienziato, nella Timeline 1, a svolgere tutti i ruoli degli altri due Hector motivato – come dice lui stesso – dalla volontà di vedere all’opera il meccanismo visto che non era schedulata la sua presenza per la prova che si sarebbe svolta da lì a sei mesi. 

E se ritornando alle origini non vi sono indicazioni nella pellicola, andando alla fine dello schema la soluzione del film è semplicemente quella di porsi nella prospettiva della Timeline 3 e di fermarsi al punto in cui Hector 1 vede il suo “riflesso” bendato proveniente da altra timeline prendere l’auto e dirigersi verso il laboratorio per “dare la caccia” al terzo Hector. L’Hector bendato, infatti, potrebbe, nell’oscurità della notte, aver erroneamente creduto che la donna precipitata dalla finestra della sua casa sia la moglie: questo fornirebbe la causa del suo viaggio. L’Hector “cacciato” sarebbe entrato nella Macchina per il consueto motivo. Dal punto di vista della Timeline 3 rimane effettivamente solo l’originario Hector 1: ma dove vanno gli altri 2? In altre timelines di cui non è dato sapere le dinamiche se non ipotizzandole al di fuori di quello che il film mostra come già fatto per l’eventuale timeline originaria. 


Conclusioni

Beh…speri che la spiegazione sia piaciuta e abbia contribuito a gettare un minimo di luce sul complesso tema del viaggio nel tempo in Timecrimes. Si tratta, e lo dici nuovamente, solo di una ricostruzione personale e ve ne sono altre in giro per l’Internetto altrettanto valide, specialmente quella che vede nel film un esempio di Casual Loop, ossia un loop autogenerantesi e paradossale, senza possibilità di identificare un inizio ed una fine. Cosa che, del resto, nemmeno tu sei riuscito a fare se non abbandonandoti a speculazioni e ipotesi nell’ultima parte del post. 


Finchè non diventerai il secondo – perché il primo è stato Hector – vertebrato ad entrare in quella Macchina del Tempo a forma di torchio lucente, non potrai rispondere; per chi nel frattempo voglia intraprendere il viaggio le coordinate sono queste

2 commenti:

  1. Bella spiegazione, l'unica cosa con cui sono in disaccordo è la divergenza delle timeline.
    In entrambe le timeline, secondo me è la ragazza a morire. Nel finale Hector 3 ha coscienza del fatto che tagliandole i capelli e facendole indossare l'impermeabile rosso, Hector 2 l'avrebbe scambiata per la moglie, tanto più la vede dal tetto, di notte e neanche tanto bene in faccia, visto che ha il collo completamente girato. in poche parole Hector ha sempre ingannato se stesso, dall'inizio del film fino al finale.

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  2. Non capisco perché dice che nella timeline3 alla fine rimane solo hector1, in realtà rimane hector3 sono gli altri due che non si sa che fine fanno

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