sabato 2 dicembre 2017

The Butterly Effect 2: buona la prima, buona la seconda


Qualche tempo addietro - senza fare alcun salto temporale basta dirigersi qui - avevi parlato di The Butterfly Effect 1: avevi detto che ne esistono due seguiti e che, possibilmente, li avresti visti. E difatti hai visionato pure The Butterfly Effect 2 film di fantascienza drammatico del 2006 diretto da John R. Leonetti.

In realtà non è che avrai molto da dirne in quanto alla fine il concept è lo stesso identico - manco avessero fatto un salto temporale - del primo film; ci sono giusto un paio di particolari interessanti oltre alla solita ricostruzione dei vari mondi in cui il protagonista - stavolta Nick, venditore presso un'azienda di software informatico, fidanzato con la bella Julie e con la coppia Trevor-Amanda come migliori amici - salta. 


Il potere del protagonista

Vale quanto detto nel paragrafo relativo del post sul primo film con giusto un paio di osservazioni da notare.

In primis. a differenza del buon Evan, Nick non ha mai presentato - almeno non lo sappiamo, non viene mostrato anche per la durata ben inferiore del film di 1 e 26 minuti - quei classici vuoti di memoria, quei buchi che avevano caratterizzato la giovinezza del suo collega ed inizia rendersi conto del suo potere in età più avanzata ossia quando già ha terminato il college. 

In secondo luogo, anche in questo caso il potere è stato ereditato da un padre già morto e viene poi trasmesso al figlio che Julie avrà solo quando Nick sarà morto; la madre di Nick mostra di esserne a conoscenza. 

L'unico riferimento al film originario sta in un ritaglio di giornale che Nick torva in internet mentre cerca delle spiegazioni per il suo potere; il ritaglio fa riferimento proprio a Jason Treborn, il padre di Evan, come caso di schizofrenia. 

I salti temporali

Il film ha una complessità decisamente molto inferiore rispetto al primo, contemplando solo 4 mondi differenti, 3 salti di Nick e un orizzonte temporale molto più limitato di circa un paio di anni in totale. Come di consueto, schema qui sotto:


Non trovi nulla in particolare da spiegare, è abbastanza semplice. Ma non esente da alcune "falle"; ne citi solo una anche se, andando più in profondità, ve ne sarebbero alcune altre piuttosto "cervellotiche". 

Quando la memoria di Evan si riadatta - sempre con le stesse dinamiche già care al primo film - dopo il salto 1, uno dei flash gli ricorda Julie che gli aveva detto che lei non avrebbe potuto immaginare di vivere senza di lui. Piccolo problema: questo accade nel mondo 4, quando Evan comincia a scaricarla: non può essere accaduto nel mondo 1 o, se è accaduto, non è accaduto in quel momento. Poichè il mondo 4 non è ancora stato creato, Nick non può avere quella memoria. 

Conclusioni 

Si, è un post molto corto ma del resto si può comodamente leggere quello relativo al primo Butterfly Effect chè alla fine le considerazioni sono le stesse. Al di là dei giudizi comunemente piuttosto negativi e dell'affermazione della non possibilità di comparazione col capostipite, a te è piaciuto. Se è vero che gli attori sembrano essere meno brillanti dei loro colleghi della prima produzione e se lo è altrettanto che il pratico espediente di introdurre scene di sesso senza alcuna finalità specifica per la trama viene utilizzato per catturare l'attenzione dello spettatore sbadigliante, tuttavia qualche idea ti è piaciuta. Ad esempio il logo non è male e i titoli di coda sono introdotti con un interessante effetto ad intermittenza - volto, credi, a sottolineare il concetto di labilità della memoria - e introduzione di frames in bianco e nero o con effetto carboncino o negativo. Il concept poi è già collaudato e, sapendo già come funziona, magari non sorprende più ma risulta sempre comunque piacevole. Per chi voglia fare questo salto il link è questo. 

0 commenti:

Posta un commento