domenica 13 settembre 2015

Wendigo: una leggenda pellirossa in un film del 2001



Wendigo è un film del 2001 per la regia di Larry Fessenden, qualificabile come una sorta di horror ma che sfugge - per la ragione che si avrà modo di vedere - ad ulteriori classificazioni. 

Ispirato ad une delle più diffuse leggende della tradizioni pellirossa, narra le vicende di una famiglia che decide di prendersi una pausa dallo stressante lavoro approfittando della casa in zona montagnosa di alcuni amici per una meritata vacanza, che non finirà per essere la classica scivolata in slitta o una dolce pescatina sulle rive di un lago. 

Ragioni per amare questo film? Non molte in realtà.


La trama si presenta abbastanza interessante solo per la novità costituita dal voler portare alla ribalta una figura che i non appassionati di filmografia oppure di folklore possono conoscere: il Wendigo. La spegazione arriva per bocca di una vecchio indiano che appare al figlio mentre è con la madre a fare spese nel piccolo negozio della cittadina di montagna. Si tratta di uno spirito dotato della capacità di essere mutaforma - in parte vento, in parte uomo, in parte albero e in parte animale -, di una velocità prodigiosa - si parla di poter volare verso la preda quando meno la stessa se lo aspetta - e di una fame insaziabile. Fame di carne - umana anche - che lo porta ad assumere anche delle dimensioni ragguardevoli - si dice possa divenire alto come una albero -; tuttavia essa non si spegne mai cosi più mangia, più diventa grande, più ha fame, più diventa grande e cosi di continuo. Null'altro si dice di questa creatura: solo che il fatto che la gente non creda più agli spiriti non significa che essi non esistano. 



L'ambientazione riserva qualche interessante sorpresa storica: si sarebbe trattato infatti di un piccolo villaggio di montagna creatosi dopo che, nel 1907, l'intera zona era stata evacuata forzatamente - costringendo i nativi americani ad andarsene - per allagarla al fine di portare acqua potabile alla città di New York. A quanto pare la città vicina più famosa dovrebbe essere Danbury. 

Venendo al plot, la famiglia - padre George; madre Kim e figlio Miles - prima di arrivare alla casa degli amici, travolge con la propria macchina fortuitamente un cervo: non riporta danni ma devono chiamare l'auto attrezzi per disincagliare la vettura. In quel momento fanno la conoscenza del cacciatore di cervi Otis che vuole essere pagato per il danno al cervo cui hanno rotto un corno rendendolo cosi' meno costoso a potenziali acquirenti. George farà il duro, Kim riuscirà a risolvere la situazione grazie anche alla complicità di altri cacciatori che prendono un po' per i fondelli Otis, facendogli capire che quel cervo non l'ha catturato in realtà lui. 

Alla fine giungono alla casa e la prima giornata e mezza trascorre tranquilla. Dopo la visita all'emporio - perchè senza curry non si può stare -, Miles comincia ad avvertire degli strani sogni e momenti particolari, connessi con buona probabilità alla statuetta che il vecchio pellirossa che gli aveva raccontato del Wendigo gli aveva donato - e che poi, per inciso, Kim dovrà pagare alla cassiera. Al fine di fargli recuperare la gioia, George lo porta a usare la slitta; proprio mentre stanno scendendo da un pendio gli sparano. Il bambino li' per li' non se ne accorge, successivamente si dirige verso il corpo del padre e qui per la prima volta vediamo un'apparizione supernaturale - il Wendigo - nella forma di vento. 

I due verranno ritrovati da Kim che si accorge dello stato grave del marito - il quale a quanto pare è stato trasportato nel frattempo verso la casa proprio con l'aiuto del Wendigo stesso - e scatta la folle corsa in auto per arrivare all'ospedale di Danbury. Mentre George è sotto i ferri, Kim parla con lo sceriffo Tom Dale, dicendogli dei suoi sospetti su Otis e scoprendo che casa dove avevano soggiornato altro non era che quella dove lui era cresciuto e che era poi stata venduta dalla sorella alla morte della madre. Lo sceriffo lo invita in centrale ma Otis lo - probabilmente - uccide con un'accetta; quindi prende l'auto ma viene ostacolato proprio dal Wendigo - che stavolta appare sotto forma di cervo che gli chiede indietro il suo fegato - e finisce nello stesso ospedale nel momento stesso in cui l'infermiera annuncia a Kim che non sono stati in grado di salvare George. Uno sguardo d'incrocio col piccolo Miles mentre lo portano in barella, il piccolo guarda la statuetta e il film finisce. 



Come detto il film contiene davvero pochi motivi per farsi amare

Troppo lento innanzitutto: il primo fatto un minimo interessante succede in realtà solo dopo buoni 45 minuti con l'incontro con il pellirossa e il recupero della statuetta. Se si aggiunge che l'idea di partenza non appare affatto nuova - gita in montagna della famigliola o del gruppo di amici; classica auto che si guasta o incidente di qualsivoglia tipo - si capisce che per il momento c'è poco da stare allegri. 

Appare anche molto poco la ragione del film stesso, ovvero il Wendigo: solo tre volte - in tre forme diverse - ma senza nemmeno suscitare una grandissima paura e poco solleticando anche la curiosità. Nè le ambientazioni o la penetrazione psicologica nei personaggi - che non dovrebbe essere certo il fattore trainante del film - sono particolarmente accentuate, finendo per crearsi una serie di stereotipi dei più classici - la famiglia con lui stressato dal lavoro, lei che mette le pezze, il figlio che si perde nei suoi sogni da un lato: la popolazione di grezzi cacciatori dall'altro con Otis con un desiderio di vendetta per quello che il destino gli ha presentato e lo sceriffo che non sa che pesci pigliare. 

A ben vedere l'unica vera questione interessante è capire cosa il Wendigo sia in tutto questo e che ruolo abbia. Essere dichiaratamente malvagio, in realtà non sembra essere cosi. Sembra infatti essere lui ad aiutare George a tornare verso la casa e ancora lui a dare una mano a caricarlo in auto; sempre lui si occupa del cattivo vero della storia - Otis - insinuandosi nei suoi incubi e finendo per provocargli l'incidente che lo porterò nello stesso ospedale in cui morirà George. E sembra sempre essere il Wendigo - tramite la statuetta , che forse è il metodo per evocarlo - che fa avere delle sorte di premonizioni al piccolo Miles - vedere Otis sparare mentre entra nella porta della sua camera da letto; vedere il padre dimenarsi dal dolore e morire nella sala operatoria. 


In conclusione un film che in due ore buone davvero lascia poco, risultando a tratti evanescente come la creatura di cui tratta.

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