domenica 20 dicembre 2015

Rammbock: Berlin Undead: il 28 giorni tedesco



Immaginate di intraprendere un viaggio al fine di restituire le chiavi di casa alla vostra ex fidanzata e possibilmente salvare la vostra relazione ma di ritrovarvi con alcune creature che non chiedono di meglio di mordervi - e no, non sono serpenti -: cosa fareste? 

Ce lo spiega "Rammbock: Berlin Undead", intrigante film tedesco del 2010 a firma di Marvin Kren

Motivi per apprezzarlo? Alcuni.


La Trama

In breve si tratta del viaggio presso Berlino di Michael al fine di riportare le chiavi di casa all'ex fidanzata Gabi e di convincerla a continuare la loro relazione. In lungo si tratta di un'avventura survival horror con finale amaro

Michael non trova subito Gabi nel suo appartamento, bensi due idraulici, uno dei quali si trasforma in una creatura che potremmo definire zombie; l'altro - un giovane ragazzo, Harper - sarà il secondo protagonista della storia e assieme i due cercheranno di trovare una via di fuga, venendo costretti in ambienti sempre più angusti e aguzzando il cervello al fine di trovare una soluzione ai loro problemi. Tra amare scoperte - la relazione di Gabi con altro uomo, la morte della madre di Harper - e molteplici tentativi di fuga o di tener fuori i non-morti dal complesso residenziale dove la storia di svolge, alfine si arriverà ad un finale che sarà dolce-amaro grazie all'arrivo presso una barca con cui allontanarsi dal luogo. 


I Non Morti

Fisicamente caratterizzati dalla mancanza di pupilla e da un rossore fiammeggiante in volto - più sintomo di rabbia che di zombificazione -, l'infezione che li prende si trasmette - almeno da quanto viene ripetuto dalla televisione e dalla radio, finchè le stesse rimangono attive - per trasmissione di fluidi corporei. Non viene in realtà mai detto quale sia la causa scatenante l'epidemia: c'è semplicemente. Tuttavia questa mancanza non è tale da farsi sentire, in quanto il film si incentra su altro; viene invece precisato che la trasformazione non è istantanea in quanto dipende dall'adrenalina del corpo. Infatti chi viene morso cerca di rallentare la trasformazione con l'utilizzo di sedativi; rallentare, perchè essa alla fine si verifica comunque. 

Mantengono sprazzi di intelligenza - sono in grado di distruggere porte, correre, spostare oggetti etc. - e sembrano essere ciechi ed essere attirati dal rumore; deboli contro la luce intensa - senza che questo significhi che siano notturni - il che fornirà la via di salvezza ad alcuni dei protagonisti; non sanno nuotare - almeno questo viene supposto da una delle protagoniste anche se non viene data riprova. 


L'ambientazione, l'Atmosfera

Il punto fortissimo di questo film. Tutta la trama si svolge all'interno di un complesso residenziale caratterizzato da un cortile interno; tutti i protagonisti vivono all'interno di appartamenti. Le comunicazioni avvengono praticamente attraverso parole e cartelli che vengono utilizzati da un finestra all'altra. 

La claustrofobia degli ambienti viene ulteriormente acuita dagli spazi sempre più limitati in cui i protagonisti vengono confinati; si parte con un intero appartamento per finire in alcune stanze dello stesso. Manca acqua, manca cibo: al fine di procurarselo Michael e Harper accondiscendono ad un patto con altro residente la cui moglie è stata contagiata e che ha bisogno di sedativi che loro possono trovare solo in altro appartamento. Mancano anche i servizi igienici e ci si dovrà adattare con soluzioni di fortuna che possono non essere piacevoli allo spettatore ma che bene rendono l'idea della situazione disperata. Le comunicazioni vengono ben presto interrotte: il primo giorno ancora vi sono programmi televisivi; il secondo bisognerà utilizzare le radio fino alla sparizione di qualsiasi comunicazione. 

La necessità aguzza l'ingegno: i due protagonisti formano una sorta di ariete con le rimanenze del letto della camera in cui erano confinati al fine di abbattere la parete che li conduce alla stanza della vicina che possiede i sedativi. Nel corso del film Harper costruirà una fionda con coltelli, forchette e quanto si possa trovare in cucina; Micheal riuscirà a creare una sorta di carretto con varie macchine fotografiche al fine di consentire la fuga. 

Il resto sarà il passaggio da un ambiente all'altro nel tentativo di avvicinarsi sempre di più alla via di fuga costituita da 800 metri in tutto per raggiungere una zattera; la quale però è per sole due persone. mentre gli ultimi rimasti sono 4. Scatterà cosi' il tema dell'essere umano che, portato al limite, farà vedere i suoi istinti primordiali peggiori; uno dei 4 tenterà di fuggire da solo senza riuscirci, Micheal, invece, sarà il salvatore - rimettendoci di persona - degli altri due amici. 

Tecnicamente il film appare fatto con low budget: niente particolari effetti speciali, niente trucchi costosi: tuttavia le idee di base sono sufficienti a comunicare quanto si vuole. 



I personaggi

Pochi, velocemente caratterizzati - a parte i protagonisti - ma efficaci: l'onesto Micheal, il geniale Harper, la traditrice Gabi e la sua nuova fiamma, il muscoloso e tatuato vicino che finirà con il non reggere la pressione a dispetto delle apparenze e per impiccarsi, il marito premuroso che vuole salvare la moglie infetta e finirà per accettare la sua stessa sorte, la ragazza che vedrà il marito morire nel tentativo di chiudere la porta di ingresso al complesso e che poi si salverà insieme ad Harper. Caratterizzazioni veloci e al punto ma non per questo non dannatamente ben fatte. 


Conclusioni

Per esprimere un giudizio conclusivo, va sempre tenuta in considerazione la durata della pellicola: 65 minuti. In questo limitato spazio temporale - e con le limitate risorse a disposizione - l'autore - grazie a delle idee comunque molto buone - riesce bene a convogliare tutti gli aspetti che un buon Survival Horror deve avere. Il paragone con "28 giorni", con le debite proporzioni, non appare affatto increscioso. In aggiunta a questo, è la storia di Michael, ragazzo onesto e leale fino al sacrificio; in grado di conservare, pur di fronte a tutti i motivi di pressione della situazione, i migliori intenti ed ideali umani. Non deve sorprendere dunque che il film abbia ottenuto una buonissima accoglienza: con poco si è davvero ottenuto molto. 

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