sabato 30 gennaio 2016

Gamer: un Matrix volontario



Gamer è un film del 2009 diretto da Mark Neveldine e Bryan Taylor che racconta di una strana società alle prese con nanotecnologie capaci di divenire veicoli per il controllo della mente umana; una società reale ma ossessionata da dei giochi sapientemente creati che dovrebbero finire per divenire la vera nuova realtà. 


La trama

Un geniale imprenditore informatico, Ken Castle, ha sviluppato dei reality game informatici attraverso cui i giocatori assumono il controllo di altre persone in un ambiente che ha in realtà ben poco di virtuale. Dapprima affermatosi con "The Society", Ken ha recentemente introdotto la sua creazione finale, "Slayers", sparatutto in cui i personaggi devono affrontare un totale di 30 battaglie al fine di ottenere il premio finale. 

Tutti i soldati comandati sono persone condannate a morte per vari delitti commessi; vincere quelle 30 battaglie significa per loro poter riappropriarsi dello loro vite senza subire la pena. Perdere significa la morte - vera non virtuale - che del resto era nel loro destino. In Society, poi, i comandati sono per lo più persone che cercano di vivere con quello che guadagnano dall'essere personaggi giocabili: è il caso della moglie del protagonista che affermerà, come proprio lavoro, di essere un'attrice di Society. 

Seguiamo cosi' le vicende di Tilmann, ex soldato ingiustamente condannato per omicidio, comandato dal giovane Simon e capace di arrivare sino alle ultime due battaglie. Tra pericoli continui, incluso un personaggio volontariamente sottopostosi al gioco senza essere comandato da nessuno semplicemente perchè guerrafondaio e desideroso di uccidere, e disperata ricerca di riunirsi alla propria famiglia, alla fine il protagonista riuscirà nel suo intento. 


Le somiglianze

Nei primi trenta minuti del film la mente dello spettatore viene portata decisamente verso vari giochi sparatutto in prima persona; le inquadrature che permettono di cogliere le scene dagli occhi di Tilmann - il cui nome in game è Kable - , le schermate indicanti le statistiche e i punti di salvataggio, i giochi di luce, le frequenti sparatorie davvero portano alla mente COD oppure Counterstrike, tanto per dirne due. Comunanza con Matrix - di cui parleremo poi - è il rallentamento di certe scene di combattimento in cui appaiono evidenziati gli obiettivi colpibili, secondo una logica che ricorda moltissimo quella di FallOut

Alla stessa maniera gli sguardi veloci sulla prima creazione di Castle non possono non ricordare alcuni gestionali quali ad esempio The Sims

Qui però l'ambiente di gioco è reale e non virtuale. E qui scatta decisamente la maggiore delle somiglianze che il film presenta: Matrix. Il controllo sui personaggi giocanti, su cui tra poco torneremo; la presenza di un ambiente di gioco virtuale ma sentito come reale; l'introduzione degli Humans, in sostanza degli hacker che si oppongono all'oscuro progetto di Castle, che cercano di craccarne il programma e il cui leader davvero troppo assomiglia a Morpheus sono alcuni degli aspetti che non possono non fare venire in mente Matrix. 

Con una differenza, però: in quel caso le macchine sono divenute padrone del mondo e hanno utilizzato come "batterie" gli esseri umani intrappolandoli in una rete virtuale avvertita come vera; in Gamer, invece, volontariamente Castle crea un ambiente con le stesse caratteristiche e altrettanto volontariamente i comandanti e i comandati vi si sottopongono, ignari di quale sia il fine ultimo. 


La tecnologia

I comandati che divengono personaggi giocabili si vedono impiantati con delle Nanocellule che vanno progressivamente a rimpiazzare le cellule cerebrali; sono a quel punto costretti a compiere le azioni dei comandanti che li controllano semplicemente tramite un computer. Sono, in altre parole, nulla più e nulla meno che indirizzi IP controllati continuativamente durante le fasi di gioco e lasciati liberi durante quelle di riposo. Con la sola eccezione di Hackman: pazzoide che non è controllato e che si è volontariamente fatto arruolare nel gioco per il solo gusto di uccidere. 

Lo stesso creatore ha sostituito il 98% delle sue cellule cerebrali con le nanocellule; a differenza degli altri però le sue sono programmate per inviare le istruzioni anzichè riceverle. E qui si scopre il fine ultimo della sua opera: quella di poter controllare l'intero mondo, partendo da quello che dovrebbe essere un gioco virtuale e progressivamente rendendolo il mondo reale. 



Contro di lui si schierano gli "Humans", non soggetti al suo controllo e in grado di creare un crack che permette di rimuovere le nanocellule. Saranno proprio costoro a liberare Kable - che risulterà perciò disconnesso dalla rete e quindi morto, per la disperazione degli spettatori per i quali era divenuto la principale attrazione del gioco - e ad aiutarlo a recuperare la moglie Angie - volontariamente divenuta personaggio giocabile di "The Society" e comandata da un grassone impoltronato e sporco, voluta esagerazione del tipico giocatore nerd senza vita sociale al di fuori di un computer - e la figlia Deria, nel frattempo data in adozione a famiglia sconosciuta nella vita reale e altrimenti impossibile da recuperare per la povera Angie alla quale l'organo preposto all'adozione rifiuta l'affidamento. 

Un mondo virtuale che si sta progressivamente sostituendo a quello reale, dunque; con l'unica falla - sapientemente sfruttata da Kable - che tutto ciò che pensa Castle viene eseguito; nello scontro finale, perciò, il protagonista dirà al malvagio imprenditore di immaginarlo mentre con un coltello gli perfora le budella ed ecco che questo accade davvero. Sembra pertanto che lo stesso Castle sia schiavo di tutto ciò che la sua mente pensa anche solo per qualche istante e non abbia quindi propriamente sotto controllo ironicamente proprio quello che dovrebbe essere il suo punto di forza. 


Le colonne sonore

Sono poche ma sapientemente scelte. Da "Sweet Dreams", originariamente scritta dagli Eurythmics ma qui ascoltata nella versione heavy-dark di Marilyn Manson che accompagna alcune scene di massacro; a "The Evil Touch" della Bloodhound Gang che ben rappresenta la situazione confusionaria di "The Society"; a "I have got you under my Skin" di Frank Sinatra, cantanta da un Castle mentre scaglia contro Kable i suoi scagnozzi comandati a bacchetta ed esegue un balletto iniziale stile Michael Jackson di "Thriller" che ancora di più sottolinea il grottesco della situazione in corso. 


Il Cast

Non molto da dire sul cast, magari non composto da stelle di primaria grandezza, ma decisamente capace. Bene Gerald Butler - Tomb Rider, Timeline e Rockenrolla nel suo curriculum - nel ruolo di Kable e pure Amber Valletta - prevalentemente modella ma protagonista ad esempio nella serie "Revenge" - in quello della moglie Angie; molto bene Christopher Brian Bridges - più conosciuto con il nome di Ludacris e in primis speaker radiofonico e cantante pseudo rap ma poi anche in grado di interpretare parti in vari "Fast and Furious" e scusate se è poco - nella sua interpretazione personale da Morpheus di Matrix e non male pure Terry Crew - giocatore di football in origine e poi attore per parti da cattivo in parecchie produzioni - come Hackman. Il premio della migliore interpretazione va però, almeno a tuo avviso, senz'altro a Michael C. Hall - prevalentemente conosciuto per la serie ad episodi "Dexter" - spettacolare, inquietante e grottesco nella sua interpretazione del cattivo genio Castle


In conclusione un film che si lascia guardare principalmente per l'insieme di reminiscenze che suscita nello spettatore ed al di là di una trama molto lineare e senza significativi colpi di genio.

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