domenica 14 maggio 2017

Teke Teke: una spaventosa leggenda giapponese



Il folklore giapponese presenta un serbatoio di possibili figure, tutte caratterizzate da una propria genesi e tutte saldamente ancorate ad una rappresentazione delle paure ataviche e dei sentimenti repressi dell'essere umano calate nel contesto degli ambienti tipici del paese del Sol Levante. E proprio questo collegamento tra l'astratto che esiste dentro l'essere umano, prodotto della società in cui vive, e il concreto della grande metropoli o delle perse campagna rurali rappresenta la parte più fascinosa del tutto: una parte che viene bene rappresentata da Teke Teke, film di circa 1 ora e 20 minuti per la regia di Kōji Shiraishi - uno che dei film dell'orrore ha fatto la sua specialità con una forte e dichiarata influenza per la trilogia della Casa di Sam Raimi - realizzato nel 2009

Di seguito i punti forti e quelli deboli della pellicola. 


UPS

Il ritmo del film in primis. Dura il giusto, non si perde in dialoghi cervellotici, introduce il numero giusto di personaggi - essenzialmente 5 più 2 o 3 di puro contorno - e lascia che l'azione faccia il resto nei momenti più opportuni. 

Apprezzabile è pure il riferimento al folklore giapponese e la ricostruzione della Teke Teke: non ci si limita a prendere quanto già noto ma si aggiungono dei particolari interessanti che la rendano caratteristica di questa pellicola. Se infatti il concetto generale che muove le varie leggende esistenti è quello di un essere che si compone della sola metà superiore in quanto quella inferiore è stata portata via da un incidente, il buon Shiraishi ci mette del suo costruendo un background ben preciso

Si sarebbe trattato infatti di una infermiera nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, molto bella e pertanto violentata da un soldato americano - beh, che i Japponici ce l'abbiano con gli Americani è noto - quando era ancora vergine. Si sarebbe, a seguito dello shock, gettata da un cavalcavia e il treno che passava sotto l'avrebbe tagliata a metà. Molto interessanti le idee che il buon regista ci collega: la Teke Teke odia il rosso - il colore del sangue perso a seguito della sua deflorazione - e pertanto attacca solo le persone che si recano sul cavalcavia e che vestono qualche particolare di tale colore; ci si può nonostante questo salvare semplicemente non girandosi a guardarla ma lei tornerà ad esigere il suo tributo di vendetta comunque in tre giorni massimo - particolare questo che fa tanto ma tantissimo i 7 giorni di The Ring - ; il Teke Teke non è altro che il rumore che fa muovendosi a velocità sostenute - riesce a stare dietro a biciclette ed ad automobili - ed è dotata, come ogni buona entità sovrannaturale, di una forza tale che lo schianto contro un'auto non le provoca alcun danno. Discreta pure l'idea che la sua materializzazione sia stata dovuto all'abbandono della sua tomba specialmente dopo la morte della sorella, unica che la ricordava: le protagoniste proveranno infatti a sistemarla ma non otterranno alcun risultato chè, oh, 70 anni di rabbia accumulata non è che passano riportando in posizione eretta un tumulo. 



Altro punto che ti è piaciuto, infine, è il finale: non c'è lieto fine, la protagonista alla fine impazzisce - o simili - e si rinchiude nella sua stanza gettando qualsiasi cosa rossa le passi per la mano dalla finestra, esattamente quello che la originaria Teke Teke aveva fatto dopo essere scioccata per la violenza subita. 

DOWNS

Ce ne sono, eh. 

Innanzitutto la Teke Teke si vede poco - e ci può stare - ma la sua esecuzione della cugina della protagonista viene rappresentata con una scelta registica che sembra essere propria dei trashoni della Asylum. Ci potrebbe anche stare non fosse che fin li il film nulla aveva avuto di trash, costruendo anzi una solida atmosfera horror. Quella scena, detta in altre parole, dovrebbe essere il culmine dell'orrore invece finisce per strappare un sorriso. 

Anche la gestione di alcuni personaggi è un po' ambigua. Parli del compagno di classe che è protagonista per metà buona del film - fino alla morte dell'amica - per poi sparire completamente dopo l'interrogatorio della polizia. Costruito benino e atteso come personaggio principale e magari con qualcosa da nascondere, si nasconde proprio svanendo. Quantomeno strano. 


CONCLUSIONI


Un film horror senza particolare infamia nè lode, si lascia guardare grazie soprattutto al buonissimo ritmo e alla durata giusta senza fronzoli. E hai scoperto che ne è stato fatto un seguito e, visto che ne vuoi sapere di più, credi che te lo sciropperai. Senza sciroppo alla fragola o all'amarena però...non si sa mai.

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